Quotazione FS Italiane, Padoan: i tempi IPO dipendono dai risultati di efficienza dell'azienda e dal mercato

Durante l’audizione alla Camera sulla privatizzazione di Ferrovie dello Stato Italiane il ministro dell’Economia e delle Finanze ha spiegato che “il modello di valorizzazione della holding è quello più efficiente"

Roma, 12 gennaio 2016

I tempi per lo sbarco in Borsa del Gruppo FS Italiane “dipenderanno dall’ottenimento di risultati di efficienza di gestione dell’azienda” e  l’approvazione del dpcm “rappresenta l’avvio formale del processo di cessione parziale del capitale di FS, prevista in un arco temporale che terrà conto delle condizioni di mercato e del grado di preparazione dell’azienda alla quotazione”. Lo ha detto oggi il ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, durante l’audizione alla Camera sulla privatizzazione di Ferrovie dello Stato Italiane, che avverrà “con un’offerta pubblica di vendita sulla Borsa di Milano”.

Padoan ha spiegato che “il modello di valorizzazione della holding è quello più efficiente, come dimostrato anche da altre realtà consolidate come Enel, Eni e le stesse Poste” e che “la proprietà della rete resterà pubblica, fermo restando che esiste già una separazione tra proprietà e gestione della rete”.

Il ministro ha aggiunto che con la privatizzazione di FS Italiane il governo si pone tre obiettivi:  lo sviluppo del Gruppo, dei volumi di business e del servizio offerto; la creazione di un azionariato diffuso popolare, tra dipendenti e risparmiatori; l’ottenimento di risorse da destinare all’abbattimento del debito. “Gli introiti derivanti dalla quotazione – ha continuato Padoan – saranno destinati esclusivamente al fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato e utilizzati per la riduzione del debito pubblico”.

Inoltre, secondo Padoan, privatizzando solo l’alta velocità “c’è il rischio di perdere l’occasione di portare a livelli decisamente più alti di quelli attuali gli altri segmenti del trasporto, cosa che è parte dell'obiettivo strategico”.

Sul fronte del trasporto pubblico locale il ministro dell’Economia ha sottolineato che “il Tpl ha urgente bisogno di investimenti ma non è detto che questi vengano dai proventi della privatizzazione”. 
“Mi aspetto che se c’è maggiore efficienza e un accesso al mercato si possono avere risorse più’ a basso costo”. 

Un’impresa che si trasforma andando sul mercato - ha continuato Padoan -  “a mio avviso può aumentare la capacità di investimento, il che in parte va incontro all’esigenza di effettuare investimenti in segmenti per così dire più poveri del trasporto, come il trasporto pubblico locale”. Uno degli obiettivi della privatizzazione - ha ricordato il ministro -  “è avere imprese in grado di anticipare il mercato e diversificare le fonti di finanziamento. La privatizzazione in parte solleva lo Stato dall’obbligo di effettuare certi trasferimenti, e permette all'impresa che si privatizza di accedere a risorse per gli investimenti che altrimenti non potrebbe avere”.  “Le risorse che arriveranno dalla cessione fino al 40% della holding andranno al calo del debito per un impegno di legge ma anche con la Ue, di garantire nel 2016-2018 lo 0,5% di Pil l’anno dalle privatizzazioni”.

Il Gruppo FS Italiane, ha concluso Padoan, “è una delle piu’ grandi realtà industriali del Paese, un’azienda strategica e un’infrastruttura chiave, con grandi competenze tecniche e manageriali”.