L’Italia possiede un patrimonio archeologico unico al mondo e spesso i lavori per una nuova strada o ferrovia sono una grande occasione di scoperta e di restituzione al Paese di un patrimonio perduto.
È quanto dimostra l’ultimo volume “Tra il Torbido e il Condojanni – Indagini archeologiche nella Locride per i lavori Anas della nuova 106°”. Il volume fa parte della collana “I percorsi dell’archeologia” realizzata da Archeolog, l'associazione Onlus del Gruppo FS Italiane costituita da Anas, Quadrilatero Marche Umbria, RFI e Italferr.
Scopo della Onlus è quello di reperire i fondi necessari per restaurare e valorizzare le testimonianze archeologiche portate alla luce durante la realizzazione di strade e ferrovie.
Come sottolineano Rossella Agostino e Maria Maddalena Sica, curatrici del volume, “I risultati di queste indagini aprono una finestra sul territorio locrese. La scoperta di siti eccezionali e singolari testimonianze rappresentano un unicum nel panorama del patrimonio archeologico dell’Italia meridionale”.
Il volume illustra i reperti ritrovati da Anas durante i lavori per la nuova Statale 106 “Jonica” nel territorio calabrese della Locride meridionale, tra i comuni di Marina di Gioiosa Jonica e Sant’Ilario. Le sinergie tra Soprintendenza e Anas hanno permesso di ritrovare reperti che vanno dal Neolitico (VI millennio a.C.) all’età tardoantica /altomedievale (V-VII secolo d.C.).
Sul binomio tra infrastrutture e archeologia si è espresso il Presidente di Anas Claudio Andrea Gemme durante la presentazione del volume: “In passato la sorpresa archeologica è stata vista dalle stazioni appaltanti come una sorta di impedimento per la celere prosecuzione dei lavori. Oggi siamo riusciti a ribaltare questa percezione trasformandola in una concreta occasione di sviluppo sostenibile nella sua dimensione sociale”.