Studio Ambrosetti: con le riforme del Governo e il nuovo Piano Industriale FS +0,7% PIL in 10 anni

Alla presentazione dello studio il Ministro Marianna Madia, l’AD di FS Italiane, Renato Mazzoncini, e l’AD di THE-A, Valerio De Molli

Roma, 27 ottobre 2016 

Le novità che riguardano le infrastrutture, contenute nella legge Madia sulla P.A. e nella riforma del titolo V della Costituzione, unite agli effetti del nuovo Piano Industriale 2017-2026 del Gruppo FS Italiane, possono incidere in modo importante sull’economia italiana, accrescendo in 10 anni il valore aggiunto tra lo 0,67% e l’1,39% e il PIL tra lo 0,48% e lo 0,72%.

È questo il risultato dello studio The European House – Ambrosetti, presentato oggi a Roma, che ha stimato gli impatti sul settore dei trasporti e delle infrastrutture prodotti dalle quattro principali riforme varate dal Governo.

Presenti il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, l’AD di FS Italiane, Renato Mazzoncini, e l’AD di TEH-A, Valerio De Molli.

Lo studio non tiene conto dei riflessi sul comparto del TPL e della mobilità pubblica, dove il pacchetto Madia, unito alla Riforma del Titolo V e agli obiettivi del Piano industriale FS, sono in grado di generare un circuito virtuoso non quantificato dallo studio sia sul piano economico sia sulla qualità dei servizi, elemento fondamentale per l’attrattività delle nostre aree metropolitane.

Oltre alla legge Madia, che contiene numerose semplificazioni amministrative e una nuova conferenza di servizi, e alla riforma del titolo V, che passa la competenza sulle infrastrutture dalle regioni allo Stato, nello studio di Ambrosetti vengono prese in esame anche il Jobs Act e le riforme bancarie.

Le prime novità riguardano la Conferenza dei servizi, con una riduzione dei tempi a 125 giorni, l’applicazione del silenzio -  assenso anche per gli enti di tutela e la valutazione di impatto ambientale, la possibilità di chiuderla anche in caso di dissenso di enti di tutela, delegando la decisione finale al consiglio dei ministri e la possibilità di convocarla in via semplificata, senza riunioni fisiche e con l’invio dei documenti solamente per via telematica.

La riforma del titolo V, attribuendo competenza sulle infrastrutture allo Stato, risolve le conflittualità legate alla legislazione concorrente e, con l’abolizione del bicameralismo paritario, permette di eliminare il continuo rimando di una norma tra le due Camere fino all’approvazione da parte delle stesse di un testo identico. Un ulteriore aiuto viene dal nuovo codice degli appalti che già aveva previsto una semplificazione del procedimento di approvazione delle grandi opere infrastrutturali.

L’effetto finale è quello di eliminare l’incertezza normativa e regolatoria, con una riduzione dei tempi di approvazione delle norme e della burocrazia amministrativa, riuscendo così a incrementare la capacità di attrarre investimenti esteri.

Il tutto viene poi analizzato alla luce del nuovo Piano Industriale FS per il prossimo decennio: 94 miliardi di investimenti, di cui 23 in autofinanziamento, per trasformare il Gruppo in un player integrato della mobilità passeggeri e merci. 

Cinque i pilastri su cui si basa il nuovo piano: mobilità integrata; logistica integrata, con la creazione del nuovo polo Mercitalia; infrastrutture integrate, grazie ad esempio alla futura acquisizione di ANAS; l’internazionalizzazione e infine la digitalizzazione, come fattore abilitante di tutto il Piano.